giovedì 29 gennaio 2015

1-4-4-2: Fase Offensiva e Psicocinetica


L’esercitazione che segue può essere utile per sviluppare due obiettivi:
  • Fase Offensiva: prevede infatti l’esecuzione da parte dei giocatori di alcuni movimenti associabili ad un centrocampo a quattro e un attacco a due in fase di possesso;

  • Psicocinetica (o Psicodinamica, è la scienza che studia il rapporto tra il ragionamento, Psico, e il movimento, cinesi): i giocatori devono eseguire diversi movimenti che variano a seconda della scelta dei compagni;
Un ulteriore elemento, molto importante, che caratterizza questa esercitazione, è la collaborazione tra compagni di reparto.

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Il giocatore in possesso (a sinistra dell’immagine) trasmette il pallone al compagno (1) e riceve la palla di ritorno (2).
A questo punto l’interno sinistro di centrocampo sceglie di effettuare un movimento su uno dei cinesini posizionati vicino a lui: se sceglie di muoversi in profondità (come nel caso della rappresentazione grafica), l’interno destro di centrocampo si muoverà verso il cinesino opposto effettuando un movimento di copertura.
L’esterno sinistro, che nel frattempo torna in possesso della palla, la trasmette all’interno di destra (3) il quale gioca sull’interno di sinistra (4) che a sua volta effettua un passaggio in profondità sullo smarcamento dell’esterno di destra (5) che andrà successivamente al cross.


Come si può notare dall’immagine, in area vi sono due attaccanti e due difensori: gli attaccanti effettuano un movimento di smarcamento per ricevere il cross mentre i difensori devono applicare le loro conoscenze di tattica collettiva per evitare il gol.

Naturalmente, in base alle idee del Mister, anche i centrocampisti partecipano alla fase difensiva. In questo caso l’esterno destro effettua il cross, l’esterno sinistro si porta in area cosi come uno dei due interni di centrocampo mentre l’altro rimane in copertura.

Al termine dell’azione offensiva si ricomincia dopo aver cambiato di posizione gli interpreti precedenti.

Obiettivo Primario: Fase Offensiva


Obiettivo Secondario: Psicocinetica

 Categorie consigliate: Prima Squadra, Settore Giovanile fino ai Giovanissimi

 Numero giocatori: 9

giovedì 15 gennaio 2015

Difesa della palla


La Difesa della Palla è una competenza tecnico-tattica individuale fondamentale per un giocatore di calcio.

Ci sono innumerevoli metodi e mezzi di allenamento utili e proficui per lavorare su questa capacità: in questo articolo ve ne presento uno ideato in base alle esigenze dei ragazzi che alleno (Giovanissimi 2001).

Si tratta di una esercitazione situazionale, ovvero un mezzo di allenamento che prevede la presenza dell'avversario con lo scopo di riprodurre quanto più fedelmente possibile la situazione di gara.


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Si organizza il terreno di gioco come in figura.

L’esercitazione prevede la contrapposizione di una difesa a quattro con l’aiuto di un mediano (giocatori bianchi) contro un centrocampo a quattro, due attaccanti all’interno del quadrato e due sponde sulla linea di fondo (giocatori rossi).
Così facendo organizziamo un 8vs5 con la difesa in inferiorità numerica.
I giocatori rossi, prima di poter concludere a rete, devono fare in modo che entrambi gli attaccanti difendano palla all’interno del quadrato contro cinque difensori, solo allora potranno servire la sponda, crossare e concludere l’azione.

La fase più importante dell’esercitazione è proprio quella appena descritta: il Mister dovrà focalizzare la sua attenzione sul principio della difesa della palla da parte dei suoi attaccanti valutando la posizione del corpo, gli appoggi dei piedi e la visione periferica.


I due attaccanti, a turno, dovranno smarcarsi per ricevere palla dai giocatori all’esterno del quadrato (linee blu), difenderla dagli attacchi dei difensori e servire nuovamente un compagno all’esterno.Solo in questo modo i centrocampisti rossi avranno la possibilità di servire la sponda sulla linea di fondo, accompagnare l’azione, ricevere la palla di ritorno ed effettuare un cross all’interno dell’area di rigore.

Nel momento in cui i giocatori bianchi recuperano il possesso della palla, devono riuscire a portarla oltre la linea mediana del campo (fase di transizione positiva).

Naturalmente, sul cross, i difensori escono dal quadrato per andare a difendere all’interno dell’area di rigore, mentre tutti i giocatori rossi (escluse le sponde) possono partecipare alla fase offensiva, ma questo è a discrezione dell’idea di gioco dell’Allenatore.

Ho deciso di permettere agli attaccanti di concludere l’azione solo dopo un cross all’interno dell’area perché in questo modo si può lavorare anche sulla difesa della palla in fase aerea.

Obiettivo primario: Difesa della palla;

Categorie consigliate: Prima Squadra e Settore Giovanile;

Numero di giocatori: 13

Minuti esercitazione: 30

martedì 13 gennaio 2015

La Mentalità Vincente secondo Mister Fabrizio Rizzi


Il significato della parola VINCERE deve essere sempre contestualizzato alla situazione e alla fascia d’età in cui operiamo.

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Nei miei primi anni da allenatore di settore giovanile ho tracciato delle linee guida metodologiche utili per sviluppare i principi di quella che viene definita “mentalità vincente”.

Con particolare riferimento alla categoria allievi, quella in cui opero da due anni, mi sono sempre preoccupato di:
 
  • Fissare regole chiare: che siano scritte o condivise a voce nello spogliatoio, determinano quella disciplina di base (sempre in relazione al contesto) fondamentale per seminare dettami tattici o comportamentali.

  • Fissare obiettivi a breve termine: condividere col proprio gruppo diversi step fondamentali. Si può cominciare, per esempio, con la ricerca di una fase difensiva ordinata e organizzata o seguire la corretta attuazione di principi di tattica individuale.

  • Evitare di concentrarsi solo sul risultato di gara: nei primissimi tempi è fondamentale focalizzare le attenzioni del gruppo su principi collettivi basilari e sulla loro attuazione durante la gara.
    Questo può essere utile per prevenire facili illusioni e per evitare l’ansia da prestazione (tenere sempre a mente che particolari “strategie” o linee guida sono sempre da valutare in relazione al gruppo lavoro di cui disponiamo).

  • Chiedere feed-back costanti alla squadra, specie dopo la partita, o a sé stessi per ciò che concerne la positività del lavoro svolto. Abituare il gruppo ed il singolo ad analizzare la prestazione in allenamento o dopo una partita alimenta quel principio di miglioramento individuale/collettivo alla base del processo motivazionale.

  • Non accontentarsi: sebbene sia sempre opportuno rimarcare successi e compiti ben svolti, aggiungere una postilla finale su qualcosa che si può/deve fare meglio, mi ha sempre consentito di tenere il gruppo vivo e la mia concentrazione alta.

  • Diversificare il proprio atteggiamento di calciatore in calciatore (i ragazzi con cui lavoriamo non sono tutti uguali) e di situazione in situazione. E’ bene tenere sempre a mente quello che la squadra si aspetta da noi: sfuriata dopo un primo tempo imbarazzante, comprensione, stimolo ecc.
    E’ fondamentale cercare di capire il momento specifico ed in relazione ad esso decidere l’atteggiamento.

  • Non aver paura di chiedere scusa: quando si sbaglia, quando si sa che si poteva fare meglio. Prenderci la nostra dose di umiltà e responsabilità di fronte al gruppo aumenta la leadership, oltre che il coinvolgimento emozionale dei i giocatori, e aiuta nella condivisione degli obiettivi.

  • Parlare poco e chiaro: il tono di voce quando proponiamo un esercizio o un atteggiamento da tenere in partita è fondamentale. Evitare discorsi prolissi e lunghi giri di parole: l’ambito comunicativo è di fondamentale importanza, più sicuri siamo noi più lo saranno i nostri giocatori.

giovedì 8 gennaio 2015

Allenatore di Base UEFA B


FIGC
Ho iniziato il mio percorso di studi da Allenatore di Calcio due anni fa.
Nel 2013 ho superato il corso di Istruttore Scuola Calcio CONI-FIGC. Si è trattato di un’esperienza non molto impegnativa, organizzata in tre giorni di lezioni alla settimana per tre mesi consecutivi, ma molto utile per acquisire conoscenze di base, importanti per lavorare ogni giorni a stretto contatto con bambini che per la prima volta nella loro vita entrano in un campo da Calcio.

L’anno successivo, il 2014, mi sono iscritto al corso per Allenatore Dilettante di Prima, Seconda, Terza Categoria e Juniores Regionale.
Questa seconda tappa si è rivelata più impegnativa della prima, ma anche più gratificante: le conoscenze acquisite mi hanno permesso di studiare elementi più specifici di Tecnica e Tattica calcistica, di Psicologia dello Sport e di Metodologia dell’Allenamento.


Il contributo di Mister Baldoni, docente del Settore Tecnico della FIGC, è stato fondamentale: mi ha permesso, non solo di arricchire il mio bagaglio culturale, ma soprattutto di acquisire una forte fiducia in me stesso permettendomi di inseguire il mio obiettivo con molta più consapevolezza.


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Durante il periodo compreso tra il 29 Settembre e il 20 Dicembre 2014 ho frequentato il corso per Allenatore di Base UEFA B.
Le due esperienze precedenti, nonostante la preparazione e la professionalità dei docenti,
non hanno retto il confronto.

Il Corso UEFA B, infatti, ha superato nettamente anche le mie personali aspettative: si è discusso di Calcio con una serietà incredibile, attribuendo alla materia una dimensione importante e al ruolo del Mister un’importanza imprescindibile.

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Le mie conoscenze, in riferimento alle materie specifiche, sono aumentate a dismisura. Il docente di Tecnica e Tattica calcistica, Mister Francesco D’Arrigo, mi ha guidato in un percorso ricco di curiosità, passione ed entusiasmo al termine del quale ho provato un sentimento di grande soddisfazione.

Il corso è stato sapientemente organizzato dall’ Associazione Italiana Allenatori Calcio, rappresentata da Maurizio Londi, e si è tenuto a Peccioli, in provincia di Pisa, a 90 chilometri da dove vivo.
L’ impegno è stato costante: tutti i giorni, dalle 17:30 alle 22:30 con l’aggiunta di un ulteriore giornata di studio sul campo il Sabato mattina, dalle 8:30 alle 12:30, tutte le settimane.
Partecipare ad un corso di questo genere, a più di un’ora da casa, mi è costato molto impegno e fatica, completamente ripagate.


L’obiettivo di D’Arrigo e dei suoi colleghi era quello di spingere me e i miei compagni a compiere un grande passo in avanti: arricchire le nostre conoscenze imparando a curare i dettagli, con la consapevolezza che di imparare non si finisce mai.
Il Mister è riuscito, sfruttando la grande passione dimostrata da tutti i partecipanti, a infondere una grande voglia di chiarire i nostri dubbi e di conoscere aspetti specifici che un allenatore dilettante spesso evita di considerare.

Sono giunto al termine del corso provando inizialmente un sentimento di appagamento e fiducia in me stesso, ma subito dopo mi sono reso conto che questo traguardo non è altro che un punto di partenza dal quale si può partire per iniziare a gettare le basi di un concetto fondamentale: l’Idea di Calcio.

“Cosa è per voi il Calcio? Quali sono i concetti e le idee che vi contraddistinguono e che vorreste trasmettere ai giocatori?”

Questo è stato l’esordio di D’Arrigo, a testimonianza del fatto che questi concetti rappresentano basi solide sulle quali un allenatore evoluto deve basare la propria metodologia di lavoro: allenare secondo le proprie idee, i propri principi e in base al gruppo di giocatori, alle loro caratteristiche tecniche, fisiche e psicologiche, specifiche e generali, di gruppo e personali.
Si tratta di traguardi per raggiungere i quali non basta certo frequentare un corso, anche se molto importante, ma servono grande impegno, uno studio attento, un bagaglio culturale in continua evoluzione, umiltà e costanza.
Per diventare un allenatore evoluto, che ha anche il compito di dare una scossa al Calcio Italiano e provare a invertire la negativa tendenza degli ultimi anni, ci vuole tanto tempo, a volte troppo perché basti una vita sola.

Ringrazio di cuore Mister D’Arrigo e gli altri docenti per le conoscenze e la passione che mi hanno trasmesso, Maurizio Londi e l’ AIAC di Pisa per la pazienza e le grandi doti organizzative e i miei compagni per avermi accompagnato durante questa importante esperienza con rispetto e caparbietà nella consapevolezza che il percorso non finisce qua.

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