sabato 11 luglio 2015

Il Nuovo Mister si è trasferito su: 


lunedì 27 aprile 2015

La fondamentale sinergia Allenatore-Preparatore, Fabrizio Rizzi

 
Il Tecnico pugliese Fabrizio Rizzi torna a trovarci e lo fa presentandoci la sua idea di collaborazione tra Allenatore e Preparatore Atletico ricca di spunti di riflessione interessanti.

11156247_10206205810366293_4489816569302411066_n
 

La parola al Mister:
 

La direzione che si sta prendendo grazie alle nuove metodologie di allenamento applicate è l’abolizione del tradizionale rapporto tra allenatore e preparatore atletico.

Alla base di una così netta distinzione di ruoli e obiettivi specifici, vi sono il metodo tradizionale (basato principalmente sullo sviluppo delle capacità condizionali subordinando ad esse l’impianto tattico nella fase successiva dell’allenamento) e anche quello integrato.

Il metodo integrato, a mio modo di vedere, getta fumo negli occhi: utilizzando sempre, o quasi sempre, il pallone non cambia l’obiettivo principale della seduta, ovvero lo sviluppo di capacità atletiche mediante l’utilizzo della palla.
In sintesi i miei punti chiave, sviluppati all’interno della periodizzazione tattica, sono:
  1. Supremazia dell’aspetto tattico (comprensione ed analisi del gioco) su quello fisico
  2. Superamento del tradizionale concetto di forma fisica: il calcio è totalità di componenti (tattica,fisica,psicologica,tecnica) e solo in relazione a questo si può parlare di forma sportiva.
  3. Capacità di sostenere principi e modello di gioco.
La seduta di allenamento va programmata e sviluppata per migliorare le capacità decisionali del singolo all’interno del contesto di squadra.

In questo modo risulta fondamentale il ruolo del Preparatore Atletico il quale, dopo aver concordato con il suo allenatore il “modello tattico”, deve lavorare su: spazi, tempi, numero di giocatori.
In questo modo la fase di gioco (suddivisa nei suoi quattro momenti fondamentali: fase offensiva e difensiva, transizioni positive e negative)assume un ruolo centrale all’interno della seduta di allenamento.

Gli aspetti fisici sono quindi interdipendenti con il modello dei comportamenti tattici prefissati dal tecnico e, anche da questi, dipende la realizzazione completa del Modello Tattico.

Tra l’Allenatore e il Preparatore, che è un vice allenatore a tutti gli effetti ed il collaboratore principale del tecnico, non ci possono essere aree diverse e distinte di influenza, ma solo momenti diversi di lavoro.

La sua figura è pertanto fondamentale,
dal momento che curerà lo sviluppo dinamico delle esercitazioni perfettamente conscio dell’obiettivo tattico di riferimento che si vuol perseguire.






lunedì 20 aprile 2015

Verso un Calcio Moderno.


La Metodologia, i Mezzi e le Modalità di Svolgimento delle Sedute rappresentano da sempre argomenti di grande interesse per i Tecnici: trovare la formula esatta che garantisca la vittoria è il sogno più grande per ognuno di noi allenatori.

Naturalmente questa formula magica non esiste, ma possiamo fare un enorme passo in avanti.

Grazie ai contenuti delle lezioni di  Mister D’Arrigo, docente del Settore Tecnico della F.I.G.C., e frequentando ogni giorno l’ambiente calcistico, ho focalizzato la mia attenzione su di un aspetto, a mio parere fondamentale, che vorrei presentarvi all’ interno di questo articolo: Il Senso del Gioco.

Con l’avvento di Internet, che ormai è parte integrante della vita di ognuno di noi, e dei nuovi mezzi di comunicazione, non è difficile trovare contenuti che permettano a chiunque di svolgere attività sul campo come allenatori, in modo più o meno idoneo.

La frequentazione di corsi, l’aggiornamento, il confronto così come la ricerca di informazioni sono attività costruttive che aiutano il Mister a perfezionare le proprie conoscenze e a migliorare i suoi metodi.

Tutto questo però ha bisogno, secondo me, di un presupposto di base, dal quale nessuno di noi dovrebbe prescindere: la Capacità di Costruire il nostro personale Senso del Gioco.

Con questa espressione si indica la capacità di un allenatore di sfruttare le proprie conoscenze per attribuire la sua specifica interpretazione al Gioco del Calcio.

Come detto in precedenza si tratta di un presupposto di base, dal quale dipende tutta l'attività svolta sul campo che di conseguenza diviene unica, non esattamente "vincente", ma sicuramente unica perché coerente con la mentalità del Tecnico che difficilmente sarà uguale a quella di un altro.

Una volta che il Mister acquisisce questo concetto ha la possibilità di esplorare un mondo nuovo, caratterizzato da aspetti che potrebbero permettergli di raggiungere un livello successivo e di diventare quello che viene definito " l' Allenatore Evoluto ".

Chi è l'allenatore evoluto?

Un Tecnico in grado di modificare, adattare e costruire una sua personale Metodologia di Allenamento volta a soddisfare le necessità della Squadra che allena: ecco che tutte quelle fonti citate all'inizio, se adattate, assumono un significato fondamentale in grado di fare la differenza tra un Mister improvvisato e uno evoluto.

Divenire un Allenatore evoluto non significa certamente essere anche vincente, quindi apparentemente queste concetto non dovrebbe avere tutta questa rilevanza. 

Il fatto è che esplorando con umiltà e interesse questo argomento, entrando nei dettagli e acquisendolo come filosofia di base della nostra attività ci si può rendere conto che riuscire ad organizzare sedute specifiche in base alle necessità del Giocatori implica una profonda conoscenza della materia e una grande capacità di modificarla in base alle situazioni e agli imprevisti.

L'aspetto fondamentale dunque è la capacità di adattare il lavoro sul campo in base alle caratteristiche dei giocatori, all'ambiente e alle idee del Mister, ecco cosa fa veramente la differenza.

Tutto questo non porta alla sicurezza di vincere, ma ci permette di compiere un enorme passo in avanti: diventare un Allenatore in grado di accompagnare i suoi giocatori al superamento dei propri limiti e fare in modo che si avvicinino quanto più possibile a vincere, perché la vittoria, e questo è bene ricordarlo sempre, dipende da loro, sono loro i grandi protagonisti.















lunedì 23 marzo 2015

Principi e terminologia nei primi giorni di lavoro

 
Nell’articolo di oggi Mr Rizzi ci racconta come cerca di affrontare i primi giorni di lavoro alla guida delle sue squadre.

Prego Mister:

Per quanto concerne la mia esperienza, è fondamentale fin dal periodo preparatorio, introdurre determinati concetti e una precisa terminologia. Ritengo infatti importantissimo l’approccio e l’input che diamo ai nostri giocatori, nei primissimi giorni di lavoro.

rizzi2

Per quanto concerne la mia esperienza, è fondamentale fin dal periodo preparatorio, introdurre determinati concetti e una precisa terminologia. Ritengo infatti importantissimo l’approccio e l’input che diamo ai nostri giocatori, nei primissimi giorni di lavoro.

Nello specifico, per quanto riguarda l’aspetto tecnico, sono solito fissare alla base del mio “modello” dei principi cardine ed immutabili, siano essi riguardanti l’aspetto individuale del calciatore, che quello collettivo. Ogni allenatore ha una propria filosofia e un proprio credo, in relazione ad esso vanno sviluppati questi principi. 

Il risultato di gara, specie nei primi tempi, è subordinato alla corretta messa in atto di determinati dettami.
Resto convinto che sia l’idea a portare al risultato, più i giocatori credono nell’idea del tecnico, più si avrà un porto sicuro in cui rifugiarsi all’inizio del lavoro (specie qualora i risultati non dovessero sostenere lo sforzo prodotto).


rizzi

Occorre inoltre trovare il giusto compromesso (in base al gruppo e alla fascia d’età in cui lavoriamo) tra il facile ed il complesso: l’idea di gioco, il modello base, deve essere accattivante e divertente, ma allo stesso tempo deve avere in sé il requisito della complessità. Penso infatti che di un gioco facile ci si stanca subito, mentre più le regole sono stimolanti, più ci si impegna per arginarle e comprenderle.

Quanto alla terminologia, la ritengo un aspetto base fondamentale: un mio comando, un mio linguaggio preciso, diventa il linguaggio condiviso da tutta la squadra. Questo è utile per l’immediatezza del gesto e nella comprensione istantanea di un determinato “comando”.

E’ opportuno inoltre, che uno specifico termine o una frase, restino gli stessi per tutta la stagione.
 
Fabrizio Rizzi






martedì 10 febbraio 2015

Liac New York, la Lega Italo-Americana di Calcio


Vi ricordate di Massimo Bresciani?

La scorsa settimana Massimo, grande conoscitore di Calcio e osservatore per società professionistiche, mi ha invitato a una cena molto particolare.
Come la maggior parte di voi saprà, in questi giorni, si sta svolgendo la Viareggio Cup, una delle massime manifestazioni mondiali a livello giovanile.
A questa competizione partecipa la Liac New York, una selezione di giovani giocatori appartenenti a società che militano nella Lega Italo-Americana di Calcio e di altri in prestito da società estranee a questa lega.


Grazie al prestigioso invito di Massimo Bresciani, ho avuto l’opportunità di conoscere di persona tutti coloro che lavorano per questa selezione, dal presidente Charles Candela fino al magazziniere.


20150203_220000
(Io e il presidente della Liac New York, Charles Candela)

E’ stata un’esperienza fantastica che in poche ore mi ha permesso di crescere professionalmente ma soprattutto come appassionato di Calcio.


Si perché ciò che caratterizza queste splendide persone è la passione, la passione e l’amore per questo sport, valori che in un momento così negativo del Calcio, assumono un significato ancora più importante.


I protagonisti di questa bella realtà americana sono per la maggior parte italiani, che da tempo vivono oltre oceano, o sono nati là da famiglie emigranti italiane, cercando di trasmettere l’importanza di questa disciplina sportiva e i valori positivi che porta con sé.

Appena seduto al loro tavolo mi sono sentito a casa: mi hanno accolto con grande interesse e disponibilità. Non abbiamo fatto altro che parlare della passione che ci accomuna: avere l’opportunità di ascoltare il punto di vista, le idee e le aspettative di persone così esperte mi ha permesso di ampliare in poco tempo il bagaglio culturale aprendo la mia mente verso nuovi traguardi, per questo sento di ringraziarli di cuore.

Il calcio è nato a New York prima della Seconda Guerra Mondiale, ma a causa degli immediati eventi bellici che seguirono, ebbe vita brevissima.
Successivamente, nel 1958, un gruppo di sportivi con il gioco del pallone nel sangue, recuperarono il progetto abbandonato prima della guerra e posero le basi per la fondazione della Lega Italo Americana di Calcio di New York (Liac) con lo scopo di tenere sempre vivo l'amore per questo grande sport.

Lavorando tra non poche difficoltà createsi durante le trattative con la New York State Football Association e la United States Football Association, questi rappresentanti furono in grado di portare a termine il difficile compito, tanto che oggi in America si contano più di tre milioni di tesserati Under 18.
Lo scopo principale della Liac è stato di radunare sotto la stessa organizzazione le diverse squadre dilettanti che militavano nelle varie leghe della zona metropolitana e le tante che avevano desiderio di iniziare l'attività calcistica
.
La Lega Italo-Americana Calcio a New York nasce così il 17 ottobre 1959 e il primo presidente fu Giorgio Piscopo, che rimase alla guida per diversi anni, trasmettendo tutta la sua esperienza sportiva e sociale.

20150203_220049

(lo Staff della Liac New York al completo)

La Liac New York adesso porta avanti questi valori con estrema cura e attenzione senza commettere il grave errore di perderli durante il cammino, riuscendo anche a creare realtà efficienti e ben organizzate che permettono ai giovani di ottenere la valorizzazione che meritano.


Ringrazio nuovamente il mio amico Massimo che mi ha gentilmente concesso la possibilità di conoscere queste persone, di studiare il loro Calcio da vicino e di crescere sotto tutti i punti di vista.

giovedì 29 gennaio 2015

1-4-4-2: Fase Offensiva e Psicocinetica


L’esercitazione che segue può essere utile per sviluppare due obiettivi:
  • Fase Offensiva: prevede infatti l’esecuzione da parte dei giocatori di alcuni movimenti associabili ad un centrocampo a quattro e un attacco a due in fase di possesso;

  • Psicocinetica (o Psicodinamica, è la scienza che studia il rapporto tra il ragionamento, Psico, e il movimento, cinesi): i giocatori devono eseguire diversi movimenti che variano a seconda della scelta dei compagni;
Un ulteriore elemento, molto importante, che caratterizza questa esercitazione, è la collaborazione tra compagni di reparto.

esercizio_22399

Il giocatore in possesso (a sinistra dell’immagine) trasmette il pallone al compagno (1) e riceve la palla di ritorno (2).
A questo punto l’interno sinistro di centrocampo sceglie di effettuare un movimento su uno dei cinesini posizionati vicino a lui: se sceglie di muoversi in profondità (come nel caso della rappresentazione grafica), l’interno destro di centrocampo si muoverà verso il cinesino opposto effettuando un movimento di copertura.
L’esterno sinistro, che nel frattempo torna in possesso della palla, la trasmette all’interno di destra (3) il quale gioca sull’interno di sinistra (4) che a sua volta effettua un passaggio in profondità sullo smarcamento dell’esterno di destra (5) che andrà successivamente al cross.


Come si può notare dall’immagine, in area vi sono due attaccanti e due difensori: gli attaccanti effettuano un movimento di smarcamento per ricevere il cross mentre i difensori devono applicare le loro conoscenze di tattica collettiva per evitare il gol.

Naturalmente, in base alle idee del Mister, anche i centrocampisti partecipano alla fase difensiva. In questo caso l’esterno destro effettua il cross, l’esterno sinistro si porta in area cosi come uno dei due interni di centrocampo mentre l’altro rimane in copertura.

Al termine dell’azione offensiva si ricomincia dopo aver cambiato di posizione gli interpreti precedenti.

Obiettivo Primario: Fase Offensiva


Obiettivo Secondario: Psicocinetica

 Categorie consigliate: Prima Squadra, Settore Giovanile fino ai Giovanissimi

 Numero giocatori: 9

giovedì 15 gennaio 2015

Difesa della palla


La Difesa della Palla è una competenza tecnico-tattica individuale fondamentale per un giocatore di calcio.

Ci sono innumerevoli metodi e mezzi di allenamento utili e proficui per lavorare su questa capacità: in questo articolo ve ne presento uno ideato in base alle esigenze dei ragazzi che alleno (Giovanissimi 2001).

Si tratta di una esercitazione situazionale, ovvero un mezzo di allenamento che prevede la presenza dell'avversario con lo scopo di riprodurre quanto più fedelmente possibile la situazione di gara.


esercizio_22032 (1)

Si organizza il terreno di gioco come in figura.

L’esercitazione prevede la contrapposizione di una difesa a quattro con l’aiuto di un mediano (giocatori bianchi) contro un centrocampo a quattro, due attaccanti all’interno del quadrato e due sponde sulla linea di fondo (giocatori rossi).
Così facendo organizziamo un 8vs5 con la difesa in inferiorità numerica.
I giocatori rossi, prima di poter concludere a rete, devono fare in modo che entrambi gli attaccanti difendano palla all’interno del quadrato contro cinque difensori, solo allora potranno servire la sponda, crossare e concludere l’azione.

La fase più importante dell’esercitazione è proprio quella appena descritta: il Mister dovrà focalizzare la sua attenzione sul principio della difesa della palla da parte dei suoi attaccanti valutando la posizione del corpo, gli appoggi dei piedi e la visione periferica.


I due attaccanti, a turno, dovranno smarcarsi per ricevere palla dai giocatori all’esterno del quadrato (linee blu), difenderla dagli attacchi dei difensori e servire nuovamente un compagno all’esterno.Solo in questo modo i centrocampisti rossi avranno la possibilità di servire la sponda sulla linea di fondo, accompagnare l’azione, ricevere la palla di ritorno ed effettuare un cross all’interno dell’area di rigore.

Nel momento in cui i giocatori bianchi recuperano il possesso della palla, devono riuscire a portarla oltre la linea mediana del campo (fase di transizione positiva).

Naturalmente, sul cross, i difensori escono dal quadrato per andare a difendere all’interno dell’area di rigore, mentre tutti i giocatori rossi (escluse le sponde) possono partecipare alla fase offensiva, ma questo è a discrezione dell’idea di gioco dell’Allenatore.

Ho deciso di permettere agli attaccanti di concludere l’azione solo dopo un cross all’interno dell’area perché in questo modo si può lavorare anche sulla difesa della palla in fase aerea.

Obiettivo primario: Difesa della palla;

Categorie consigliate: Prima Squadra e Settore Giovanile;

Numero di giocatori: 13

Minuti esercitazione: 30